Il mio Sichuan
Sichuan (15 luglio – 18 Agosto 2015)Per darvi un’idea delle dimensioni, considerate che la superficie dell’Italia è poco più di 301.000 chilometri quadrati. La sua capitale è Chengdu, ed è suddiviso in 21 distretti e contee.
Se da una parte le caratteristiche del suolo provocano frequenti e a volte devastanti terremoti, dall’altra il clima e la vegetazione permettono ad un animale e una pianta che tutti conosciamo di prosperare: mi riferisco al panda gigante e al pepe di Sichuan, che, nonostante il nome, non ha nessuna relazione con il pepe, pur essendo a sua volta una bacca.
Ho effettuato il viaggio con Pan, un ragazzo cinese nato e cresciuto a Chengdu e ora residente in Italia, e ho vissuto per la maggior parte del tempo con la sua famiglia in quella città. Sebbene di solito d’estate piova molto, Pan e io siamo stati molto fortunati perché abbiamo trovato pioggia solo per un paio di giorni.
Prima di iniziare il racconto, è necessaria una doverosa precisazione: sebbene il Sichuan sia più grande dell’Italia, il suo territorio copre soltanto il 20% della superficie della Cina. Pertanto, quando leggerete “I cinesi sono…” o “I cinesi fanno…”, dovrete tenere presente che mi riferisco soltanto ai cinesi del Sichuan. Tra i cinesi del nord e quelli del sud, infatti, esistono alcune differenze fisiche (al nord in genere hanno il naso più lungo, simile a quello dei caucasici) e notevoli differenze di abitudini, a causa del clima e di altri fattori.
Alcuni post seguiranno un ordine cronologico, mentre altri tratteranno temi specifici.
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Il giorno seguente non ho ancora assorbito in pieno il cambio di fuso orario, quindi una visita a un luogo di culto in cui regnino pace e tranquillità è sicuramente la scelta più logica. Il tempio memoriale Wuhou, poi, merita particolarmente, non tanto per il tempio in sé quanto per il bellissimo giardino bonsai e l’adiacente parco, che copre quasi 37.000 metri quadri.
Wuhou è stato eretto nel 1672, durante la dinastia Qing, in memoria di Zhuge Liang, stratega militare dell’imperatore Liu Bei, e si trova nella periferia sud di Chengdu.
Molto interessante è anche la strada che si snoda di fianco al memoriale, chiamata Jing Li (ultima foto).

Mangiare a Chengdu





La descrizione della parte degli attraversamenti pedonali mi ha dato la netta sensazione di essere lì! Bravo sergio
Grazie, Michela.
Riuscire a portare il lettore con me lungo il viaggio è sicuramente la parte più difficile ma anche la più appagante di questa attività 🙂
Mi è venuta fameeeee!!! Anche a me piace tanto quando si condivide il cibo anziché porzionarlo, e le tue foto sono proprio invitanti, avrei assaggiato tutto… Super viaggio davvero!
Per fortuna anche in Italia sta diventando sempre più possibile assaggiare la vera cucina cinese, soprattutto nelle grandi città. Per quanto sia possibile che il pollo alle mandorle e gli altri piatti che trovi sempre nei ristoranti cinesi cui siamo abituati qui esistano anche laggiù, ti assicuro che io non li ho mai trovati in nessun menù.
Molto interessante…viene voglia di vedere di persona questi posti.
Tutto spiegato bene, descrizione perfetta.
Grazie 🙂