Sergio Bersanetti

La Mia Seul

16 Settembre - 05 Ottobre 2022

Corea del Sud South Korea

Presentazione Seul

Seul, metropoli di circa 10 milioni di abitanti, è la capitale della Corea del Sud, Stato asiatico in cui vivono  quasi 52 milioni di persone.

Cosa mi ha incuriosito così tanto di questo posto da decidere di trascorrervi tre settimane?

Sarò sincero: Ho sempre trovato il popolo coreano piuttosto inquietante, soprattutto per i motivi illustrati nel meraviglioso film ‘Parasite’,  non a caso vincitore di numerosi premi qualche anno fa.

Inoltre, trovo fastidioso il loro odio viscerale verso i cinesi, che avrà pure delle giustificazioni storiche ma che comunque rivela una mentalità provinciale.

 

Questi sono i motivi principali che mi hanno spinto verso Seul.  Quando si hanno dei pregiudizi (ossia giudizi basati non su un’esperienza diretta ma su letture e ‘sentito dire’), la cosa più stupida da fare è focalizzarsi solo su ciò che li conferma.

Di solito io cerco di fare il contrario, e anche se non sempre cambio idea (soprattutto quando si tirano in ballo diritti civili e dignità delle persone), sono convinto che il fatto di potermi immergere per tre settimane nel mondo coreano e beneficiare di una visione più obiettiva della loro realtà mi consentirà di tornare a casa con un’impressione più positiva su questo popolo, e sul loro stile di vita.

Il volo Etihad con scalo ad Abu Dhabi non riserva brutte sorprese, anche perché, memore dell’esperienza in Sichuan, quando sia all’andata che al ritorno la valigia mi è stata consegnata con tre giorni di ritardo, questa volta sto viaggiando solo col bagaglio a mano. Ho con me la biancheria intima, qualche maglietta, due calzoncini, la roba da bagno e il laptop per lavorare. Jihun mi presterà tutti gli indumenti più pesanti (che in realtà a settembre non servono), visto che è alto esattamente come me.

Chi è Jihun? L’ho conosciuto quando prima del covid abitava a Barcellona, città in cui ho vissuto anch’io per quasi tre anni, e ora condividerà con me il monolocale che ho affittato vicino al parco di Nakseongdae, in una zona collinare (tutta la parte nord e sud di area metropolitana di Seul è un continuo saliscendi).

Come moltissimi coreani, anche nel giorno del mio arrivo lavorerà fino a tardi, per cui ho tutto il tempo di mettere a posto la mia roba e andare in bagno, dove mi aspetta la prima sorpresa del mio soggiorno coreano.

 

I Monolocali Coreani

Come in altri paesi asiatici, qui non si usa il box doccia ma si attacca un flessibile al tubo che alimenta anche il lavandino, con una manopola che determina dove uscirà l’acqua.

Quindi, quando si fa la doccia, si allaga tutto il bagno, ma il punto è che, essendo stravolto da una notte insonne e 19 ore di viaggio, non mi sono nemmeno accorto di questa aggiunta e con l’intenzione di darmi una bella rinfrescata alla faccia per svegliarmi mi fiondo sul lavandino, apro con forza l’acqua e mi faccio una bella doccia gelata con i vestiti addosso, perché ovviamente la manopola era girata sulla funzione doccia!

Diversamente che a Taiwan e in Thailandia, non trovo un attrezzo per asciugare il pavimento dopo la doccia, cosa per me molto strana oltre alla dimensione decisamente ridotta del bagno.

 

Jihun, appena rientrato, mi svela il mistero: Molti coreani gradiscono che il loro bagno sia caldo e umido, come una sauna, quindi è necessario che l’ambiente sia piccolo, con molta acqua calda per terra, e una porta che non consenta al vapore di uscire.

Ecco perché, quando si alzano al mattino, per prima cosa fanno una doccia molto calda, e poi tutto il resto che si fa in bagno, con un’eccezione: l’applicazione dei prodotti per la cura del viso, attività che qui coinvolge in ugual misura uomini e donne e che viene svolta fuori dal bagno, prima di uscire di casa.

Una seconda anomalia dei monolocali coreani la scopro quando Jihun scoppia a ridere, dopo aver aperto l’armadietto di fianco al lavandino dell’angolo cucina.

 

Quella che per me era una dispensa per mettere scatolame e altri cibi conservati è in realtà una scarpiera! Per fortuna tutto ciò che ho acquistato al mini-market sotto casa in attesa del mio amico è ancora sigillato, per cui non dobbiamo buttare via nulla.

Primo giorno pieno a Seul

Dopo una bella dormita, sono pronto per uscire alla scoperta della città, partendo dal War Memorial of Korea.

Può sembrare strano iniziare con un museo dedicato alla guerra, soprattutto in un periodo un po’ particolare per noi europei, ma Jihun oggi lavora e, non essendo ancora pratico della città, ho bisogno di un posto facile da raggiungere e del quale tra l’altro ho sentito parlare molto bene.

In effetti, come museo è impressionante, con tante esperienze interattive che permettono di farti un’idea di cosa passi nella testa di un poveretto che si trova costretto a combattere.

Ad esempio, c’è un’intera sezione dedicata alla guerra in Vietnam in cui hanno riprodotto anche la flora locale, i bunker e quant’altro.

Molto interessanti anche i saloni dedicati alla guerra di Corea, una ferita ancora aperta della quale avrò modo di parlare più avanti.

 

Queste non saranno ‘belle’ foto, ma ignorare la storia non ha mai portato nulla di buono, e anzi immergersi per un paio d’ore in questo orrore può aiutarci a diventare più consapevoli di cosa veramente vogliamo, al di là delle parole di circostanza.

Ingresso gratis. 

 

War Memorial of Korea

Una delle sale più emozionanti del museo

Jihun mi ha detto di aspettarlo per cena al centro commerciale COEX, e quando girovagando al suo interno mi imbatto nella biblioteca più spettacolare che abbia mai visto, capisco il motivo.

Inaugurata il 31 maggio 2017, la Starfield Library contiene più di 50.000 libri solo nei tre muri alti 13 metri che la caratterizzano, oltre a 600 riviste nazionali e straniere a disposizione degli avidi lettori. A ricordarmi che mi trovo in Corea è l’ampia sezione, che consta di centinaia di libri, dedicata al trucco e alla cura del viso in generale. Costata 6 miliardi di won, la sua manutenzione ne costa altri 500 milioni all’anno.

Lo Starfield COEX, che la ospita, è a sua volta degno di nota in quanto è il più grande centro commerciale sotterraneo di tutta l’Asia.

 

Come puoi vedere dal seguente video, non si tratta della classica libreria in cui regna il silenzio, in quanto c’è uno spazio dedicato alla divulgazione (in questo caso un professore che dà una lezione di economia).

 

Seul Starfield Library

Dove la cultura incontra l’intrattenimento

Prima di chiudere il diario di questa giornata, voglio ancora raccontarti di un’altra peculiarità coreana che ho scoperto oggi.

Hai idea di quale sia lo scopo dei led luminosi che si trovano in corrispondenza di molti grandi incroci nelle città principali della Corea?

 

Se hai risposto: “Per aiutare i pedoni ad attraversare la strada”, complimenti, hai indovinato!

Molti coreani infatti sono abituati a camminare per strada guardando il cellulare, quindi le luci permettono loro di tenere lo sguardo a terra e capire allo stesso tempo se devono fermarsi al semaforo o se possono proseguire.

 

Tanti auguri a me!

Il 17 settembre è il mio compleanno, e Jihun propone di festeggiarlo portandomi nel più grande e più bello dei 5 palazzi imperiali della capitale coreana.

Io in realtà sono arrivato a Seul con due grandi desideri: assistere ad un allenamento di short track (la stagione agonistica non è ancora iniziata) e a un’esibizione di taekwondo.

Il primo desiderio non verrà soddisfatto, in quanto gli allenamenti non sono aperti al pubblico, ma il secondo si materializza davanti ai miei occhi proprio il giorno del mio compleanno, mentre percorriamo l’ampio viale che conduce all’ingresso del palazzo imperiale.

I ragazzi di una scuola stanno mostrando la loro abilità davanti a un folto pubblico, e se non sai ancora quanto spettacolare sia un’esibizione di taekwondo, ti invito a guardare il seguente video.

 

Esibizione di taekwondo a Seul

I ragazzi di una scuola mettono in evidenza la parte più spettacolare di questo sport

La mia giornata sarebbe completa già così, ma il piatto forte deve ancora arrivare.

Il Gyeongbokgung Palace, costruito nel 1395 all’epoca della dinastia Joseon, venne quasi completamente distrutto da un incendio nel XVI secolo, e successivamente ristrutturato. L’adiacente padiglione e lo stagno sono invece rimasti come in origine.

Al suo interno spiccano la sala imperiale del trono e il Sujeongjeon, ossia il ‘Palazzo del Governo Morale’, dove è stato creato il sistema di scrittura coreano detto hangeul, sul quale potrai trovare informazioni più avanti.

 

Ora potresti domandarti cosa ci fa tutta quella gente in costume. Ebbene, se visiti il Gyeongbokgung Palace indossando un hanbok, ossia un tradizionale abito da cerimonia coreano che si può prendere in affitto in uno dei diversi negozi della zona, l’ingresso è gratis.

 

Tornando a casa, noto una piccola costruzione a forma di cilindro su un ponte pedonale che stiamo attraversando.

Jihun mi spiega che ce ne sono diverse in città, e servono come punti di refrigerio e sosta nelle calde giornate estive, visto che sono dotate di aria condizionata. Alcune hanno anche dei giochi di società o strumenti musicali, come quello in cui ci siamo fermati.

Jihun ne approfitta per esibirsi al pianoforte, strumento che suona saltuariamente in quanto quello in cui eccelle è il clarinetto.

 

Riposo e divertimento

Jihun si rilassa al pianoforte

La scoperta di Seul prosegue

Il giorno seguente prevede la visita del Lotte World Tower, il grattacielo più alto della Corea del Sud nonché quinto al mondo, con i suoi 123 piani e 554 metri di altezza.

Inaugurato il 3 aprile 2017, per la sua costruzione sono stati spesi circa 2,5 miliardi di dollari. Centro polifunzionale che ospita uffici e hotel di lusso, ha diversi punti di osservazione, il più alto dei quali è al 123mo piano, a circa 500 metri di altezza.

 

L’ascensore sale a una velocità di 10 metri al secondo, permettendo di raggiungere uno dei punti di osservazione in meno di 50 secondi.

 

Ascensore Lotte Tower Seul

Veloce e spettacolare

La vista sul fiume Han e sulla città è notevole.

 

Vista dalla Lotte Tower

Non per chi soffre di vertigini

Avendo terminato la visita nel primo pomeriggio, ci rechiamo a piedi nei paraggi del vicino Lotte World Park, il cui interno visiteremo fra un paio di settimane, quando una musica tradizionale in lontananza ci invita ad andare a vedere cosa stia succedendo.

È così che scopro il pungmul, una forma di musica abbinata alla danza acrobatica che appartiene alla tradizione contadina coreana.

Nato come accompagnamento ai riti sciamanici, è stato poi usato nelle proteste politiche da parte dei gruppi pro-democrazia, mentre attualmente viene più che altro considerato come una forma di intrattenimento.

La presentazione dei numeri è comica (per chi capisce il coreano), e spesso viene coinvolto anche il pubblico. Jihun, che in queste situazioni ci sguazza ed è anche la voce urlante che senti ogni tanto, si è subito offerto volontario per lanciare un piatto all’artista.

Il tutto sempre gratis, e sempre trovato per caso.

 

Alla scoperta del pungmul

Musica, danza e bellissimi costumi

Verso il calar del sole percorriamo un piccolo tratto del Cheonggyecheon Stream, un canale lungo circa 11 km che scorre nel centro di Seul da ovest verso est, e che costituisce un notevole esempio di convivenza tra uomo e natura in una grande città.

 

All’ora di cena ci fiondiamo verso il Banpo bridge, il ponte fontana più lungo al mondo la cui base, al momento dell’accensione della fontana, diventa una gigantesca area picnic nella quale migliaia di giovani si siedono per mangiare e bere.

Disposta lungo i 1.140 metri di lunghezza del ponte sul fiume Han, la fontana spara 190 tonnellate di acqua al minuto attraverso i suoi 760 ugelli, grazie a 38 pompe che prelevano l’acqua dal fiume.

 

Banpo bridge

Lo spettacolo dell’accensione della fontana

Tornando a casa in metro facciamo una sosta alla stazione di Yongsan, dalla cui terrazza si gode una notevole vista del centro città.

 

Terrazza sulla stazione di Yongsan

Una bella vista notturna del centro di Seul

Trasporti a Seul

Ho parlato di metro? Ecco il momento perfetto per spiegare come ci si sposta a Seul!

Il pagamento delle corse sui mezzi pubblici di qualsiasi città coreana viene effettuato attraverso una carta plastificata, che può essere usata anche per l’acquisto di merce in alcuni supermercati.

Se ne può scegliere una con la foto dei propri artisti di K-pop preferiti o con i personaggi dell’app di chat Line, ma io ho optato per un sobrio colore nero.

Le 14 linee della metropolitana di Seul ti portano ovunque, quindi non ha alcun senso prendere un taxi e trovarsi imbottigliati nell’inevitabile traffico di una metropoli di 10 milioni di abitanti.

Su alcune linee, ma in particolare sulla 2, quando il treno sta per arrivare parte una specie di fanfara che ogni volta mi fa schiattare dal ridere.

Alcuni posti sulla metro, riconoscibili per il colore diverso del sedile, sono riservati ad anziani, disabili o donne incinte e la regola viene rispettata in modo ferreo, anche se non ho ancora capito in base a quale discriminante una persona venga considerata anziana o meno.

Per il resto, scordatevi la cortesia dei taiwanesi o dei cinesi di Chengdu (non sono in grado di parlare per il resto della Cina), nel senso che non appena uno dei posti non riservati si libera, chiunque sia nei pressi ci si fionda sopra, anche se il più delle volte si tratta di un adolescente.

Vanno anche menzionati alcuni sedili rivestiti in velluto, per i quali esiste una regola non scritta: oltre alle categorie di cui sopra, mi è stato detto che vengono utilizzati anche da chi in quel momento non si sente bene e non è in grado di stare in piedi. Io di solito mi siedo lì e per il momento non mi hanno ancora cacciato, non so se è perché mi considerano un vecchio, un malato, un turista ignorante o magari tutte e tre le cose insieme.

 

Seul, città di sorprese

Durante le mie passeggiate, mi capita più volte di trovarmi davanti a situazioni inaspettate.

Un esempio è uno strano palo bianco con un pulsante, che trovo in diverse zone della città.

Devi sapere che in molte zone di Seul è vietato fumare anche all’aperto, come ricordano le scritte su molti marciapiedi.

Ma a cosa serve quel ‘palo’? Ebbene, qualora vedessi un trasgressore (io non ne ho ancora trovati, ma può capitare) e volessi evitare un confronto diretto, basta schiacciare il pulsante su quel tubo e una voce con tono perentorio ricorderà al cattivone che è vietato fumare.

Carino, non trovi?