Thailandia e Malesia
(13 ottobre – 1 novembre 2018)
Il nord del Paese è molto montuoso, mentre la parte centrale è perlopiù pianeggiante e la lunga striscia peninsulare a sud presenta a sua volta formazioni montuose.
Ho scelto di effettuare il viaggio al termine della lunga stagione monsonica, che va da maggio a settembre, perché i prezzi sono ancora da bassa stagione ma il tempo migliora sempre più con il passare dei giorni, per cui mi è sembrato il compromesso ideale.
Ho soggiornato A Bangkok, Krabi e Chiang Mai, in modo da poter assaporare rispettivamente la vita caotica di una metropoli di oltre 10 milioni di abitanti, il relax delle famose spiagge della costa e l’atmosfera pacifica, quasi sacra, che si respira al nord.
Inoltre, avendo degli amici anche a Kuala Lumpur, ho pensato valesse la pena fare un salto anche nella capitale della Malesia, situata poche decine di km a sud del confine con la Thailandia, ed esplorarne i dintorni.
Se hai letto il mio articolo sul Sichuan sai già quanto io adori i centri commerciali asiatici, e il Central World non fa eccezione.
Aperto nel 1990, nel corso degli anni è stato espanso più volte, fino ad occupare l’attuale nono posto nella classifica mondiale dei centri commerciali in termini di grandezza. Nei sui otto piani di altezza ospita un centro congressi, un albergo, un cinema con 15 sale, decine di ristoranti, centinaia di negozi e un parcheggio per 7.000 automobili.
“John” (nome di fantasia) ha finito il suo turno al ristorante, perciò siamo pronti a lanciarci nel caos notturno di Bangkok, che a dire la verità è molto simile a quello diurno. Come imparerò presto, infatti, Bangkok è una città molto faticosa: che sia mezzogiorno o mezzanotte, in qualunque punto della città ci si imbatte in una marea di pedoni, auto, motorini, bus, tuk tuk e biciclette, con una temperatura sempre superiore ai 30 gradi e un’umidità notevole, che le centinaia di migliaia di condizionatori sparsi per la città non fanno altro che peggiorare. In chi non è abituato a queste condizioni, il tutto genera un senso di stordimento (mettiamoci anche il rumore) che ovviamente aumenta con il passare delle ore trascorse all’aperto.
Eppure è impossibile non restarne affascinati, se si è una persona tendenzialmente socievole.
Ancora sazio per la cena della sera prima e con la schiena dolorante, non sono esattamente nelle condizioni per affrontare la giornata fisicamente impegnativa che mi aspetta, ma mi alzo comunque di buon umore perché so che lo sforzo ne varrà la pena.
Tornato in albergo, so già che il giorno seguente non avrò nessuna intenzione di camminare a lungo, perciò alla reception prenoto un tour denominato 4 Island Tour by Speed Boat (tour delle 4 isole in motoscafo). Quando sei a Krabi troverai decine di agenzie che te lo propongono, quindi non avrai nessuna difficoltà a prenotare.
Le isole coperte sono Phra Nang, Tup Island, Chicken Island e Poda Island e le attività proposte durante questa gita sono le nuotate in un’acqua cristallina, lo snorkeling, i bagni di sole e fare un sacco di foto … proprio quanto speravo di trovare.
Poiché l’idea di alternare sacro e profano mi piace molto, il giorno dopo vado a visitare il Wat Kaew, che è il tempio più grande di Krabi nonché uno dei più prestigiosi dell’intera area, che si trova a soli 400 metri dall’albergo.
Oltre ad essere molto bello, il bianco e il giallo che dominano questa struttura mettono ancora più in risalto il suo grado di pulizia. Questo è un aspetto che non ho ancora segnalato sinora, ma se sei esitante nell’intraprendere il viaggio per via di possibili condizioni igieniche scarse, in Thailandia si può restare tranquilli: non solo nei templi e nelle zone turistiche, ma anche nelle cucine all’aperto o nelle zone più isolate ho sempre riscontrato un grado di pulizia molto elevato, considerando che siamo in un Paese con temperature medie e tassi di umidità elevati per gran parte dell’anno.
Il tempo è volato ed è già ora di prepararsi per la prossima destinazione. Vieni anche tu, ti aspetto a…

Il giorno seguente mi alzo di buon ora, non solo perché sono curioso di vedere cosa offre l’albergo per colazione, ma anche perché alle 9.30 passerà a prendermi Kenny, l’amico locale che mi ha offerto su un piatto d’argento la motivazione per fare un salto in Malesia.
Kenny si presenta con un suo amico, e per prima cosa vengo portato a visitare le Batu Caves, una serie di splendide grotte a nord di Kuala Lumpur che ospitano più di 200 specie animali e una colonia di circa 300.000 pipistrelli.
Vinh si rivela un ottimo pianificatore; infatti, oltre a questa cena, ha organizzato anche la gita che il giorno dopo ci porterà quasi in cima al Doi Suthep, una delle montagne che ho citato prima, per visitare il Wat Phra That, tempio buddista fondato pare nel 1383, nonché uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell’intero Paese.
Da Chiang Mai ci si arrampica sui tornanti del Doi Suthep su un songthaew, veicolo per il trasporto pubblico molto utilizzato in Thailandia e nel Laos, poi si salgono 309 scalini per arrivare al tempio. Come avrai capito, che si tratti di Thailandia o Malesia, per visitare un tempio bisogna sorbirsi centinaia di scalini. Le mie povere ginocchia ringraziano sentitamente…